domenica 30 ottobre 2011

Osserva attentamente



Questa storia è come un trucco degli illusionisti durante il loro spettacolo: c'è ma non si vede.

E' quello che noi non vediamo, che voi non vedete. Questo è ciò che incuriosisce.

Osserva attentamente.

Questa storia è quella che volete raccontare voi. Vi lascio uno spazio bianco.













































La vostra storia. C'è, ma non si vede.

venerdì 28 ottobre 2011

My own words


"Ciao!".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Perchè corri?".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Dove stai andando?".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Sei ripetitivo, fratellino. Dovresti essere più loquace e variegato nel tuo linguaggio.".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Parlo io. Tu corri perchè stare fermo ti tronca il fiato, dove stai andando? Credo sia facile. Stai solo cercando di ritrovare un sorriso in uno specchio rotto. Cerci le parole perdute fra sigarette che non fumi più e in fondo a bicchieri che continui a vuotare. Il segreto non è lì. Il segreto non è nel filtro oltre il tabacco, nel vino. Il segreto è nelle parole senza filtro di un amore senza confini.".

(Gli stronzi hanno ragione anche quando ti stanno sul cazzo).

"Appunto. A me piace vincere facile. Fratellino. Corri forte, vivi forte.".

(Gli stronzi vanno, anche, ascoltati e compresi).

mercoledì 26 ottobre 2011

Arrivo a casa



Il treno corre anche senza un suo passeggero.

Prepara le sue valige per la sua discesa.

Il destino lo aspetta all'ultima stazione del suo treno.

Il destino ha un nome, chi è il destino sa di esserlo e non ha bisogno di essere chiamata, basta il respiro di chi scende dal treno, un respiro più lungo degli altri: quello di chi è arrivato a casa.



domenica 23 ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

Il primo urlo


Cammini su una corda, tendi i muscoli per non cadere, impari a conoscere il tuo respiro. L'acrobata, l'artista più solitario: avvolto e accolto dal vuoto. Il suo filo, l'ultima parentesi prima della caduta. 

Come noi, acrobati della vita. I nostri progetti, i nostri sogni, tutto quello che pensiamo, vogliamo, ecco tutto questo è la nostra corda sospesa nel vuoto.

Il primo urlo della nostra vita, liberatorio, è quando tocchiamo terra, quasi come quel marinaio che, "Terra!", lo urlò quando vide l'America.

lunedì 17 ottobre 2011

La storia di un sorriso


Il sorriso. Wikipedia lo definisce come la manifestazione di serenità, benessere e apertura nei confronti di un'altra persona. Un sorriso è il tutto e il niente. Se si conosce la vita si sa che tutto è la rovina di tutto e che niente non vuole dire niente. 

Il sorriso è pace e inganno, è trappola e ristoro, è abbraccio e schiaffo. Il sorriso deflagra fra la folla e fa morti e feriti o accarezza chi è solo e aggiunge respiro dove non c'è aria.

Non fidatevi dei sorrisi, specialmente dei vostri.

I sorrisi non parlano e non devono rendere conto a nessuno.

Le donne e gli uomini che li fanno, sì.

domenica 16 ottobre 2011

R-involuzione


Spacca.

Urla.

Insulta.

Terrorizza.

Il mondo va a puttane fra sordi che alzano il volume della voce.

giovedì 13 ottobre 2011

Messa a fuoco


Pensare al futuro è come fare una fotografia. Bisogna considerare molte variabili. Luce. Posa. Ambiente circostante. Soggetto da fotografare. Cosa fare apparire in primo piano e cosa nello sfondo. Bianco e nero o colore? 

Non basta una compatta.

Non basta il talento.

Sbagliare è questione di attimi.

A volte capita di mettere meglio a fuoco e di scoprire dettagli che si erano trascurati.

Fotografarsi da fuori, come se si potesse uscire dal proprio corpo e vedersi.

Sarebbe un ottimo modo per mettersi davvero a fuoco. Solo così si vedono le anime nel nostro cono d'ombra che prendono a schiaffi la nostra, che la abbracciano, che la sostengono.

Se non ti metti in discussione è come avere davanti il migliore dei soggetti nelle migliore delle condizioni, scattare e accorgersi che sull'obiettivo c'era ancora il tappo.

lunedì 10 ottobre 2011

My drink, please!


Se sei colorato non è detto che tu sia felice. Se sei nero o grigio non è detto che tu sia infelice.

La tua scala di colori è la chiave per scegliere quale orizzonte guarderai.

Scrutare oltre il vetro della prigione che ti sei costruito attorno è l'infelicità di scoprirsi colorato di una tinta che non ti rappresenta, ma è anche il primo passo per scegliere un colore migliore. Essere infelici è come essere ad un cocktail party e sbagliare drink.

La gente felice è tutta uguale. La gente triste è di tutti i colori. Un arcobaleno che piange.

Lacrime colorate dentro il mio bloody mary.

sabato 8 ottobre 2011

Your sorrow is mine


C'è chi ama catalogare, dividere, sezionare, analizzare e fare scale di priorità. Contento lui.

C'è chi ama darsi priorità, aprire agente dense di appuntamenti per non avere il terrore di essere soli. Contento lui.

C'è chi prova a capire il dolore.

Il dolore non ha sfumature. Il dolore non ha gradazioni. Il dolore non ha forma, colore, dimensione, odore.

Il dolore è dolore. E basta.

Contento lui.

giovedì 6 ottobre 2011

Affamato da impazzire


Poche parole, da chi ti ha apprezzato: come uomo, imprenditore, creativo e inventore.

Ciao Steve. 

Mangia una mela seduto su una nuvola.

Io resto qui. Affamato da impazzire, come mi hai detto tu.

mercoledì 5 ottobre 2011

Muri a tempo


Accelera. 

Corri. Chi corre ha molte scelte: inciampare, arrivare al traguardo, lasciare indietro i propri compagni, caricarsi il gruppo sulle spalle, ritirarsi, vincere bene e vincere male, perdere bene e perdere male.

Ci sono ostacoli. Una volta ho incontrato un cuore, pensavo battesse, invece ticchettava: mi è esploso fra le mani.

Accelera, anche se c'è un muro. 

I muri si abbattono. Al resto ci pensa il tempo.

lunedì 3 ottobre 2011

Ritorno


C'è chi parte, chi resta, chi non sa decidere dove andare, chi non conosce luogo al di fuori di quello dove ha speso ogni istante della sua vita, c'è chi viaggia da sempre e chi non è mai partito.

Poi ci sono le due parti di te, che credevi perdute che, invece, tornano a casa.

sabato 1 ottobre 2011

Bang your head


I passi sul marciapiede, di notte, fanno lo stesso rumore di quelli durante la giornata, il nostro sentirli più distinti è netti è tutto nel fatto che il suono si espande in modo migliore senza caos e senza altri corpi o oggetti che ne deviano le onde sonore.

E' tutto dominato dalla prospettiva. Tutto è riconducibile a come noi percepiamo, come noi osserviamo, un po' come in quei giochi di logica del cazzo dove devi riconoscere differenti figure dove, giureresti su tua madre, al primo sguardo ne puoi vedere solo una.

Nell'affrontare la prospettiva, le ipotesi, i misunderstaing e quant'altro c'è chi si spacca la testa. 

A me piace saltare, anche senza paracadute, qualcosa attutirà la caduta.

Per tutto il resto...è come aver voglia di piantarsi un colpo in testa per vedere se dopo la vita c'è altro....so, bang your head.