giovedì 29 dicembre 2011

2012?!


Parole d'ordine: incertezza, precarietà, sacrifici, differenze, speranze, privilegi, rabbia, lacrime, sangue, fratellanza.

Il nostro mondo si declina su due assi cartesiani, X e Y: certezze e opportunità. Proporzionalità inversa, cazzi nostri. 

Le vite sono belle a cielo aperto, non murate vive.

Le certezze: un film già girato, il finale è fottutamente, ovviamente, ad ogni volta che ti ostini a riguardarlo, sempre lo stesso.

Le opportunità sono una bella stilografica con fogli bianchi in omaggio. 

Nel 2012, dicono, finirà il mondo. Fatevi un drink, di quelli buoni però. Abbracciate la persona che amate.

Se credete alle opportunità e non vi siete murati vivi in una certezza prendete la vostra stilografica e i fogli bianchi in omaggio e il vostro mondo scrivetelo voi.

Auguri. Veramente. Ce n'è bisogno.

martedì 27 dicembre 2011

Fermi tutti!!!


Ogni situazione-cosa-persona-sentimento vive o muore o si percepisce a seconda della nostra predisposizione alla stessa nel momento in cui accade o la incontriamo o lo viviamo. E' come se, in quel momento, ci facessimo fotografare e, in quell'istantanea, dovessimo condensare tutto quello che attraversa, dutante l'avvenimento, i punti fondamentali del nostro corpo: cuore-testa-pancia.

Quindi: rimanete immobili, fatevi trovare al meglio di ciò che potete essere.

Sorridete.

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sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale?


Corse. Affanni. Pacchetti. Carte di credito. Vorrei ma non posso. Potrei ma non voglio. Fiocchi colorati, carte lucenti. 

Sorrisi. Strette di mano. Brindisi. Proclami di successi e amicizia. Buoni propositi. 

Religione e consumo e indifferenza e ostentazione e felicità-a-tutti-i-costi. 

Belle queste maschere di carnevale, ah no, cazzo: è Natale.

Tanti auguri, fate il meglio che potete, per la perfezione c'è sempre tempo.

martedì 20 dicembre 2011

Fratelli di figli unici


I figli di un passato ingombrante crescono storpi e con la faccia da stronzi. Con un occhio diverso dall'altro. Quando c'è il sole camminano senza ombra. Quando è buio loro fanno più buio della notte che si muove sopra i tetti. Quando tutti ridono loro si nascondono per piangere. Quando sono loro a ridere tutto il mondo trema. 

Ridi e il mondo riderà con te, piangi e rideranno di te.

I figli di un passato ingombrante sono fratelli di figli unici. I figli di un passato ingombrante li hai conosciuti al bancone di un bar, al casinò, al pronto soccorso dopo una rissa, nel letto di quella sbagliata e a pregare sulla tomba di chi, da quel passato, non è mai ritornato.

Chi ha visto il futuro ride, senza piangere mai, col cuore più grande di quello degli altri.

lunedì 12 dicembre 2011

Priorità


Quando tutto sembra crollare, quando le gambe sono pesanti e il fiato è corto; ecco, sarà proprio in quel momento che ci sarà il silenzio adeguato per sentire la voce della tua priorità. La voce della cosa più importante, di quel qualcosa o quel qualcuno che null'altro è che la chiave di volta del muoversi del tuo tempo. 

Nella vita credo ci sia concesso solo una volta ascoltare quella voce.

Preparatevi, perchè non c'è la banda del paese con il sindaco con la fascia ad annunciarti tutto ciò e neanche la stella polare coi Re Magi.

Arriva quando abbiamo imparato che un giorno dovremo ascoltare anche gli altri e non solo il brusio dei nostri pensieri.

lunedì 5 dicembre 2011

Paura




La paura è contagiosa.


Non abbiamo nulla, noi. L'unica nostra spinta è la fiducia.


Non dobbiamo avere paura.


Mal che vada ci rimarranno i nostri sogni.


Chi non ha lacrime, non ha dignità.


Chi ha lacrime, sa che un mondo migliore sarebbe possibile, ma non in questo momento.


La paura è contagiosa, le lacrime si asciugano, chi cade saprà tornare a correre.

domenica 4 dicembre 2011

Vite facili


Ci sono stati giorni in cui ho detto: "Ci meritiamo tutto.".

Ci sono stati giorni in cui ho pensato: "La voglio anche io la vita facile.".

Ci sono stati giorni in cui non ho detto e non ho pensato. Sono stati i giorni della mia vita facile.

I giorni più vuoti dei miei anni.

giovedì 1 dicembre 2011

donne? Donne?



[Le donne spiegate dalle Donne. Per la serie due outsider spiegano agli uomini cosa sia una donna. Dialoghi fra Marla Singer e Pina Fantozzi.].

(Hai da accendere?).

"Non fumo, al massimo mi concedo un bicchierino, quando Ugo è fuori o al mercoledì guarda la Coppa.".

[Espressione sbigottita di Marla, la quale dopo aver trovato un fiammifero, accende la prima sigaretta; ne seguiranno tante altre].

(Io fumo, bevo e se il mio uomo guarda una partita di pallone dorme sulle scale del palazzo).

"Lei è una donna, come dire, un po' particolare.".

(Io sono una donna che ha capito come stare al mondo.).

"In che mondo sta lei?".

(In un mondo in cui quelle come noi brillano di luce propria.).

"Ma siamo così diverse!".

(Non esiste diversità nel mantenere salda e inalterata la propria posizione nella vita. Esistono dignità e coerenza.).

"E' così difficile essere Donna!".

(Brava, hai detto bene, Donna! Cosa vuol dire essere Donna?).

"Una donna è un individuo adulto di sesso femminile della specie umana. Si distingue...".

(Che cazzo dici? Una quella è una donna, ho detto Donna!).

"La Donna...è la metà di un cielo, di una metà, la fine di una frase e...".

(...e la striscia di rossetto sulla sua camicia, le cicatrici appena accennate sulla sua schiena e il respiro che manca quando sbattiamo la porta quando li lasciamo soli, gli uomini.).

"Già.".

(Già, c'è da andarne fiere, vero?).

lunedì 28 novembre 2011

C'era una volta...





[Dialoghi fra il Bianconiglio e Little John , per la serie gli outsider ci spiegano le favole].


(Apri gli occhi).

"Mi da fastidio la luce.".

(Cammina).
"Ho male alle gambe.".

(Rimani fermo e chiudi gli occhi).

"Ora si ragiona, magari se mi allunghi una birra è anche meglio.".

(Siamo personaggi di una favola, lo sai?).

"Non mi sono ancora bevuto il cervello!".

(Cos'è una favola?).

"Un'evasione.".

(Bravo, da cosa?).

"Dall'ordinario.".

(Cos'è l'ordinario?).

"Quello che ti accade ogni giorno.".

(La vita reale, a questo punto, sembrerebbe l'ordinario.).

"Sembrerebbe...".

(Perchè, hai qualche dubbio?).

"C'è chi dice che l'ordinario sia uno straordinario con poca voglia di farsi fotografare.".

(Tipo un VIP.).

"Eh, tipo uno di quelli lì. Uno di quelli che avrebbe la  funzione di essere modello di vita e consuma la propria esistenza senza saper parlare, senza essere portatore di messaggi e magari scofanandosi cocaina fra le cosce di una baldracca.".

(Lievemente acido oggi, eh John?).

"Il mondo mi sconforta e io rispondo come posso.".

(Quindi, riepilogando: l'ordinario sappiamo cos'è, le favole, pure, ma lo straordinario, cosa sarà mai?).

"Lo straordinario sono le lacrime dopo che hai detto 'Sì' alla domanda più importante.".

(Stai diventando un rammollito?).

"Lo sai solo quando lo vedi. Se non lo vedi non puoi capire. Se non lo vedi è una favola o un qualcosa di ordinario.".

(Se non lo vedi sei Alice nel paese delle meraviglie oppure uno stronzo come tanti in un paese di merda).

mercoledì 23 novembre 2011

Guardaci bene


Quando corri, ti dimeni, recuperi terreno, ne perdi, ne recuperi di nuovo, sorpassi i tuoi avversari, ti fai superare per studiarne la strategia: quando sei in gara con la vita.

Quando sei in gara per la tua vita.

Guarda bene, là in fondo, sì, proprio là, il traguardo.

Guardaci bene, non è mai più vicino, più lontano.

Guardaci bene il tuo traguardo non si è mai mosso.

domenica 20 novembre 2011

Fondi di bicchiere


Ci sono molti modi per cercare e pochi modi per trovare. 

C'è chi beve per dimenticare, ogni volta, in un locale se cerchi, lo trovi: il personaggio con gomito appoggiato sul tavolo, bicchiere accanto e scimmie che saltano sul tavolo a dargli tormento.

Ha due bicchieri: uno lo svuota, uno lo riempie.

Vino, birra, rum, vodka. Il mio preferito è il calvados. Mi apre ipolmoniilcuorelostomacolintestino.

Il secondo si riempie di rompicapo risolti e te lo bevi a fine serata, solo se sei stato bravo.

"Se ti mostrassi un bicchiere colmo per metà, mi diresti che è mezzo pieno o mezzo vuoto?".

"Ti direi che è di vetro e il vetro si rompe.".

Chi ha il bicchiere ancora intero, mezzo pieno, mezzo vuoto, vuoto, pieno; faccia lui, chi ha ancora il suo bicchiere, quindi, può trovare il suo viso riflesso sul fondo e salutarsi come meglio può.

giovedì 17 novembre 2011

Perchè?


Perchè ci sono stati giorni in cui sono morto di paura. 

Perchè l'ho capito subito.

Perchè c'è sempre ascolto.

Perchè c'è sensibilità e intelligenza.

Perchè non c'è divisione, ma unica entità.

Perchè sono ancora vivo.

Perchè sono rinato.

Perchè sì.

Perchè non è un sogno, ma è realtà.

Perchè ho visto oltre, solo dopo che mi è stato insegnato come farlo.

Perchè non ho mai smesso di imparare, ma soprattutto perchè c'è chi mi ha insegnato di più di quello che pensavo di voler conoscere.

Perchè è tutto bello anche quando mi tremano le gambe.

Perchè non ci credevo più.

Perchè un giorno sarò padre.

Perchè è tutto nuovo, ma è come un tatuaggio sulla pelle di una mia vita precedente.

Perchè ero malato, lo sapevano tutti, ma c'è chi mi ha curato.

Perchè ti ho incontrata e non ti lascio più.

martedì 15 novembre 2011

Se una porta è chiusa non è detto serva una chiave per aprirla



Quando pensi di aver vinto: è l'esatto  momento in cui la tua sconfitta arriverà.

Quando pensi di essere pieno di alternative: è l'esatto momento in cui qualcuno ti dirà "O dentro, o fuori!".

Quando pensi che il mondo ti sorrida: raccogli i tuoi denti dal marciapiede, ti hanno spaccato la faccia.

Quando pensi che tutti sono utili e nessuno è indispensabile: sei appena tornato nell'ombra dalla quale sei nato.

Non si scappa da dove si è nati. 

Sia la tua origine luce o ombra. 

Torna a casa. Si sta meglio lì, da dovunque tu venga.

domenica 13 novembre 2011

Il punto che voleva essere infinito, ma rimane un punto.


I cerchi sono perfetti. Li traccia un compasso o la mano divina di Giotto.

Non possono cambiare forma, infiniti punti ai quali un punto dimenticato non può essere aggiunto.

I cerchi possono anche essere "quadrati".

Ma il punto dimenticato?

E' dimenticato e basta.

La storia di ciò che poteva essere infinito ma è rimasto unico.

venerdì 11 novembre 2011

11.11.10 - 11.11.11


Un anno. In questo anno il treno ha fatto molta strada, ha girato il mondo ha raccolto storie e ne ha raccontate. Ha ascoltato voci che non conosceva e ha sputato nel piatto dove mangiava. Ha amato, odiato, conosciuto e dimenticato. La prima stazione di questo treno è stata l'idea di raccontare, di parlare con chiunque avesse voglia di ascoltare. Il treno sa anche ascoltare e vorrebbe raccogliere ancora più storie. Tante donne e ragazze, uomini e ragazzi, sono saliti e scesi dalle scale del treno. Vagoni di emozioni. Vagoni di tutto quello che la vita può dare. C'è molta strada da fare. Tutto sembra così grande e noi sempre piccoli. 

Un mio amico dice: "Se sai da dove parti e come parti, sai già che arriverai.".

Noi, partiamo, come sempre, dalla nostra prima stazione, vestiti di sogni col cuore in mano. Come il primo giorno della nostra vita.

giovedì 10 novembre 2011

Fix the future


L'idea di futuro non è un bene di consumo.

L'idea di futuro è già futuro.

Anche se non la conosci.

Anche se non sai quando comincerai a pensarci.

Siamo nati con mille possibili scenari. 

Saperlo è come aver già vissuto.

Realizzare i propri progetti è come vivere una vita per ogni idea che diventa azione.

Se non ricordi i tuoi sogni, scrivili.

Tutto il resto è bene di consumo, appunto.

mercoledì 9 novembre 2011

Rassegnados


Ci avevano promesso tutto.

Ci hanno tolto tutto. 

Anche la speranza.

Negare la speranza è un reato.

Rimanere in silenzio è un reato per il quale non vi è pena, se non la propria sconfitta.


domenica 6 novembre 2011

Sorry


Si vive. Si sbaglia. Si vive.

Il perdono è una parentesi, spesso inutile, fra un errore e l'altro.

Si vive. Si sbaglia. Si vive.

E' un fiume che scorre. 

Il perdono è una diga che vorrebbe contenere acque inquiete.

venerdì 4 novembre 2011

Autostop emotivo


Le auto, a volte, rimangono senza benzina. Ci si ferma, ci si fa svenare, si riempie il serbatoio e si riparte.

Gli esseri umani, a volte, rimangono senza emozioni.

Distributori di emozioni? Non ne conosco, forse non ne esistono.

Al massimo ci si mette ai bordi del cuore di qualcuno.

Autostop emotivo. 

mercoledì 2 novembre 2011

Benvenuti




Ogni casa ha il suo zerbino.

Ogni uomo, ogni donna, ha più di una casa: ognuna per ogni stato d'animo.

Bada, o tu che ti avventuri sul mio uscio, leggi attentamente le parole sul mio zerbino.

"Come sei arrivato a questa casa, te ne puoi anche andare.".

domenica 30 ottobre 2011

Osserva attentamente



Questa storia è come un trucco degli illusionisti durante il loro spettacolo: c'è ma non si vede.

E' quello che noi non vediamo, che voi non vedete. Questo è ciò che incuriosisce.

Osserva attentamente.

Questa storia è quella che volete raccontare voi. Vi lascio uno spazio bianco.













































La vostra storia. C'è, ma non si vede.

venerdì 28 ottobre 2011

My own words


"Ciao!".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Perchè corri?".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Dove stai andando?".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Sei ripetitivo, fratellino. Dovresti essere più loquace e variegato nel tuo linguaggio.".

(Gli stronzi parlano troppo).

"Parlo io. Tu corri perchè stare fermo ti tronca il fiato, dove stai andando? Credo sia facile. Stai solo cercando di ritrovare un sorriso in uno specchio rotto. Cerci le parole perdute fra sigarette che non fumi più e in fondo a bicchieri che continui a vuotare. Il segreto non è lì. Il segreto non è nel filtro oltre il tabacco, nel vino. Il segreto è nelle parole senza filtro di un amore senza confini.".

(Gli stronzi hanno ragione anche quando ti stanno sul cazzo).

"Appunto. A me piace vincere facile. Fratellino. Corri forte, vivi forte.".

(Gli stronzi vanno, anche, ascoltati e compresi).

mercoledì 26 ottobre 2011

Arrivo a casa



Il treno corre anche senza un suo passeggero.

Prepara le sue valige per la sua discesa.

Il destino lo aspetta all'ultima stazione del suo treno.

Il destino ha un nome, chi è il destino sa di esserlo e non ha bisogno di essere chiamata, basta il respiro di chi scende dal treno, un respiro più lungo degli altri: quello di chi è arrivato a casa.



domenica 23 ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

Il primo urlo


Cammini su una corda, tendi i muscoli per non cadere, impari a conoscere il tuo respiro. L'acrobata, l'artista più solitario: avvolto e accolto dal vuoto. Il suo filo, l'ultima parentesi prima della caduta. 

Come noi, acrobati della vita. I nostri progetti, i nostri sogni, tutto quello che pensiamo, vogliamo, ecco tutto questo è la nostra corda sospesa nel vuoto.

Il primo urlo della nostra vita, liberatorio, è quando tocchiamo terra, quasi come quel marinaio che, "Terra!", lo urlò quando vide l'America.

lunedì 17 ottobre 2011

La storia di un sorriso


Il sorriso. Wikipedia lo definisce come la manifestazione di serenità, benessere e apertura nei confronti di un'altra persona. Un sorriso è il tutto e il niente. Se si conosce la vita si sa che tutto è la rovina di tutto e che niente non vuole dire niente. 

Il sorriso è pace e inganno, è trappola e ristoro, è abbraccio e schiaffo. Il sorriso deflagra fra la folla e fa morti e feriti o accarezza chi è solo e aggiunge respiro dove non c'è aria.

Non fidatevi dei sorrisi, specialmente dei vostri.

I sorrisi non parlano e non devono rendere conto a nessuno.

Le donne e gli uomini che li fanno, sì.

domenica 16 ottobre 2011

R-involuzione


Spacca.

Urla.

Insulta.

Terrorizza.

Il mondo va a puttane fra sordi che alzano il volume della voce.

giovedì 13 ottobre 2011

Messa a fuoco


Pensare al futuro è come fare una fotografia. Bisogna considerare molte variabili. Luce. Posa. Ambiente circostante. Soggetto da fotografare. Cosa fare apparire in primo piano e cosa nello sfondo. Bianco e nero o colore? 

Non basta una compatta.

Non basta il talento.

Sbagliare è questione di attimi.

A volte capita di mettere meglio a fuoco e di scoprire dettagli che si erano trascurati.

Fotografarsi da fuori, come se si potesse uscire dal proprio corpo e vedersi.

Sarebbe un ottimo modo per mettersi davvero a fuoco. Solo così si vedono le anime nel nostro cono d'ombra che prendono a schiaffi la nostra, che la abbracciano, che la sostengono.

Se non ti metti in discussione è come avere davanti il migliore dei soggetti nelle migliore delle condizioni, scattare e accorgersi che sull'obiettivo c'era ancora il tappo.

lunedì 10 ottobre 2011

My drink, please!


Se sei colorato non è detto che tu sia felice. Se sei nero o grigio non è detto che tu sia infelice.

La tua scala di colori è la chiave per scegliere quale orizzonte guarderai.

Scrutare oltre il vetro della prigione che ti sei costruito attorno è l'infelicità di scoprirsi colorato di una tinta che non ti rappresenta, ma è anche il primo passo per scegliere un colore migliore. Essere infelici è come essere ad un cocktail party e sbagliare drink.

La gente felice è tutta uguale. La gente triste è di tutti i colori. Un arcobaleno che piange.

Lacrime colorate dentro il mio bloody mary.

sabato 8 ottobre 2011

Your sorrow is mine


C'è chi ama catalogare, dividere, sezionare, analizzare e fare scale di priorità. Contento lui.

C'è chi ama darsi priorità, aprire agente dense di appuntamenti per non avere il terrore di essere soli. Contento lui.

C'è chi prova a capire il dolore.

Il dolore non ha sfumature. Il dolore non ha gradazioni. Il dolore non ha forma, colore, dimensione, odore.

Il dolore è dolore. E basta.

Contento lui.