lunedì 25 luglio 2011

Cronache di cinque minuti fra le 21.30 e le 21.35



(Cronache da quell'istante in cui il respiro ti si taglia, il cuore batte a vuoto, gli occhi diventano rossi, bruciano e sono gonfi, l'attimo in cui le mani diventano fredde anche con trenta gradi e la pancia comincia a far male. Cronache dai cinque minuti più lunghi della tua giornata, più lunghi degli ultimi mesi, più lunghi e basta, che fanno parte di qualcosa che ti fa stare bene, ma che, in quei cinque minuti, ti sbatte all'inferno come l'ultimo vigliacco).

Seduto sul letto, con un cartone della pizza in mano.

"Non si mangia la pizza sul letto.".

Il tuo perbenismo.

Gli occhi che sorridono.

Come un fulmine. In apnea. Al freddo. Come se in tutto il globo ci fossi solo tu.

Solo.

Annaspi cercando aria, ossigeno per riempire il petto. Come se stessi soffocando.

Poi, una pace da monastero.

(Cronache da quell'istante in cui capisci che non è successo nulla se non il distacco di una parte di te, che nulla riguarda il tuo corpo, ma è una frattura dell'anima, andata persa nell'istante in cui il suo profumo ha cominciato a scendere le scale verso la sua auto. L'istante in cui capisci che sono solo quei cinque minuti. L'istante in cui sai che vi rivedrete. Cronache di cuori dove non nevica e non piove).

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